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Alcuni importanti fattori che influenzano il posizionamento su Google

Da quando è stato presentato al pubblico, nel 1998, Google ne ha fatta di strada. E di pari passo con la sua evoluzione anche il mercato del SEO è sempre più progredito. Inizialmente era maggiormente rivolto alla strategia digitale nel complesso e a lungo periodo. Oggi risulta invece essenziale analizzare e comprendere quali fattori rivelano un certo impatto e influenza sui risultati della ricerca, e che quindi non vanno assolutamente trascurati su ogni sito web.

Questi a seguire sono solo alcuni, ovviamente ce ne sono molti di più, ma danno l’idea e la dimensione di cosa sta dietro a una seria e strategica politica SEO utile per posizionare un progetto web nel modo corretto.

1. Compatibilità mobile

Un aggiornamento dell’algoritmo di Google nel 2015 aveva penalizzato le pagine che erano visibili con difficoltà dai dispositivi mobile, oltre che effettuarne la rimozione dai risultati di ricerca. Gli update successivi hanno confermato e incrementato sempre di più l’importanza di questo fattore.

 

2. Indicizzazione prima pagina mobile (mobile-first indexing)

Google ha introdotto l’indicizzazione per dispositivi mobile, il che significa che per una gran parte dei siti, l’algoritmo analizza la versione mobile di una pagina anziché quella desktop e la utilizza per tutti i risultati di ricerca (sia su dispositivi mobile che desktop).

 

3. Ricerca in modalità sicura

Poiché Google blocca determinati tipi di contenuti per adulti come impostazione predefinita, alcune pagine potranno non essere visualizzate nei risultati di ricerca a meno che la modalità sicura non venga disattivata.
La ricerca in modalità sicura esiste principalmente per bloccare i risultati pornografici, ma ovviamente anche un linguaggio esplicito potrebbe comportare il blocco delle pagine da determinati risultati di ricerca.

 

4. HTTPS

Già nel 2014 Google aveva annunciato che l’utilizzo del certificato SSL sarebbe stato considerato come un fattore positivo di ranking. Nell’agosto 2017 il browser Chrome ha inserito la funzione per identificare come “non sicuro” un sito sprovvisto di https. Pertanto è evidente che Google punti sempre su questo fattore e continuerà a farne crescere l’influenza in futuro.

 

5. Gerarchia dei Tag

Poiché i tag di intestazione sono stati sviluppati appositamente per fornire una gerarchia di informazioni su quanto è contenuto all’interno di una pagina, c’è motivo di ritenere che Google li interpreti come tali, anziché semplicemente come parole di dimensione maggiore.
Il più importante di questi è, ovviamente, il tag H1, che identifica di cosa tratta la pagina.
Alcuni test SEO suggeriscono che l’uso del tag H1 contribuisce effettivamente a un leggero aumento nelle classifiche, ma è importante tenere presente che il suo significato pratico è limitato.
L’inclusione di tag di intestazione devono essere presenti dalla nascita di un sito, ma doverlo modificare interamente e in seguito per includerli (perché non previsti) è sintomo di un cattivo utilizzo delle risorse.

 

6. Ampiezza/profondità del contenuto

Il conteggio delle parole non è sicuramente un fattore di ranking, ma la lunghezza dei contenuti è correlata alle classifiche nei risultati di ricerca. Dare ai motori di ricerca più informazioni su cui lavorare può aiutare con il SEO.
Molti risultati in pagina 1 hanno, ad esempio, un numero di parole superiore a 2.000 e la posizione numero uno ha una media di circa 2.450 parole. Sebbene sia chiaro che il conteggio delle parole non può essere un fattore di posizionamento, la natura complessiva dei contenuti sembra essere un fattore che Google prende in considerazione, direttamente o indirettamente.

 

7. Contenuto nuovo e aggiornato

Questo classificatore viene utilizzato dal motore di ricerca per identificare se la ricerca che l’utente sta effettuando indica che sarebbe più interessato a contenuti più nuovi e aggiornati.
Ciò significa che, per alcuni settori e particolari argomenti, più spesso vengono aggiornati i contenuti migliori saranno i posizionamenti ottenibili.

 

8. Keyword nel titolo

Una serie di studi e il sistema di Google suggeriscono entrambi che includere la parola chiave nel tag del titolo ha un’influenza sulle classifiche. Gli stessi esperti del noto motore di ricerca hanno confermato che il titolo è un fattore di ranking, anche se minimizzano l’idea che sia la parte più critica di una pagina.

 

9. Keyword nella URL

Google potrebbe utilizzare i dati delle parole chiave all’interno della URL di una pagina come metodo per determinare, in parte, gli argomenti di cui tratta.
Un numero eccessivo di parole chiave incluse nella URL può, però, essere controproducente.

 

10. Distribuzione interna dei link

In passato, alla base del motore di ricerca di Google, c’era il PageRank, ovvero un indice di importanza che attribuiva a ciascuna delle pagine archiviate un valore, e di conseguenza una stima della probabilità che un utente generico potesse imbattersi in una pagina Web, cliccando su un link casuale.
L’impostazione dell’architettura dei link interni di un sito per massimizzare le possibilità che un utente sia in grado di trovare una determinata pagina è ancora molto importante, non solo per le classifiche, ma anche per l’usabilità.

 

11. Testi di ancoraggio

Google considera nelle classifiche il testo di ancoraggio di un backlink e utilizza tali informazioni per determinare se un risultato di ricerca è rilevante per una query.
Tuttavia, in risposta all’abuso, Google ha chiarito che la manipolazione del testo di ancoraggio può comportare una penalità, e algoritmi come Penguin sono stati creati proprio per combattere questo tipo di manipolazione.
I tentativi di inserire parole chiave nel testo di ancoraggio sono generalmente sconsigliati e considerati pericolosi nell’attuale SEO, quindi l’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di includere un testo di ancoraggio utile, informativo e pertinente per l’utente.

 

12. Backlink di qualità/autorevoli

Tutti danno questo fattore per scontato, ma vale la pena ricordare il suo significato nel PageRank ovvero la probabilità che qualcuno capitasse su una pagina cliccando su collegamenti casuali.
Di conseguenza, i collegamenti da pagine che avevano anche molti link in entrata, a loro volta pieni di altri link in entrata e così via, avevano un impatto maggiore sulle classifiche.
Google ha chiaramente rivalutato il modo in cui certi collegamenti apportano valore, ma il principio fondamentale da ricordare è il loro ruolo trainante. L’obiettivo con i backlink è sempre quello di determinare quanto è probabile che qualcuno capiti su un sito in modo coerente e naturale.

 

13. Stabilità dei backlink

Google ha ideato un sistema che suggerisce la maggiore influenza dei link che hanno superato la prova del tempo, dal momento che collegamenti e commenti spam, altri collegamenti non editoriali e forme simili di manipolazione, spesso portano a link che alla fine saranno rimossi.

 

14. Link contestuali

Il contenuto semantico che circonda un link è una cosa che Google utilizza almeno dal 2004. I metodi con cui queste informazioni vengono gestite sono indubbiamente evoluti in modo sempre più sofisticato da quando il sistema è stato implementato, dando un importante peso alla coerenza e pertinenza delle parole.

 

15. Rilevanza dei link

Google ha acquisito l’algoritmo “Hilltop” nel 2003, un metodo per identificare la pertinenza di una pagina per una determinata parola chiave in base alla presenza o meno di backlink provenienti da una pagina “esperta/competente”.
Le pagine di esperti erano elenchi curati contenenti collegamenti a pagine su argomenti specifici e quelle che ricevevano il maggior numero di link da tali pagine erano considerate autorevoli.
Senza dubbio tutto questo è cambiato ed evoluto molto dalla sua introduzione, ma l’idea principale è che i collegamenti da pagine relative a un argomento correlato indicano che una pagina è pertinente anche a quell’argomento, anche se non necessariamente hanno come target parole chiave identiche.

 

16. Link in uscita

Come Google si fida meno di siti collegati a spam o pratiche non consone, così il sistema incoraggia i link a siti di qualità.
È chiaro che il collegamento non si traduce in un aumento di posizioni vere e proprie, ma è un segnale di fiducia e affidabilità.

 

17. Tag ‘alt’ nelle immagini

Il tag ‘alt’ dell’immagine, secondo Google, potrebbe essere trattato come un testo di ancoraggio se l’immagine si collega a un altro URL.
In altre parole, se qualcuno fa riferimento a un’immagine con HTML, i tag alt utilizzati dalla stessa potrebbero comportarsi come testo di ancoraggio.

 

In conclusione, possiamo pertanto affermare come la materia sia vasta e richieda molteplici conoscenze e competenze per ottenere i risultati a cui si desidera arrivare non in modo casuale. Se vuoi far eseguire un controllo relativo al posizionamento del tuo sito e ricevere una consulenza, nonché indicazioni adeguate in materia, contattaci!